Resurrezione a Citera

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Resurrezione a Citera, l’isola di Afrodite Celeste

La notte della Resurrezione a Citera è un viaggio mistico tra il divino e l’umano, la luce e l’oscurità, la vita e la morte. È un’esperienza che non si limita ai rituali religiosi; è un ritorno al cuore dell’Egeo, al primo respiro della Celeste Afrodite che, secondo la leggenda, nacque dalla schiuma del mare e per prima mise piede su quest’isola.

A Citera la Resurrezione non è solo un evento religioso. È una rivelazione. L’intera isola, da Chora a Karavas e Agia Pelagia, respira con un ritmo che evoca umiltà e grandezza allo stesso tempo. Il Vespro dell’Amore al Monastero di Panagia Myrtidiotissa si trasforma in un inno di speranza, dove la campana risuona come un antico, familiare, sacro rintocco.Nella notte di Pasqua, nei vicoli acciottolati di Chora, le lampade illuminano i balconi, mentre gente del posto e visitatori si radunano presso la Chiesa del Crocifisso. Il servizio viene svolto con particolare riverenza e, man mano che si avvicina la mezzanotte, l’attesa si fa più densa come l’incenso. Le candele sono accese dalla Luce Sacra, passando di mano in mano, come a trasmettere l’antico messaggio di speranza, che un tempo scaturiva dalle acque di Citera insieme alla dea dell’Amore.E quando il sacerdote sussurra: «Vieni, ricevi la luce», un’ondata di emozione inonda i volti. La Resurrezione non si solo ascolta, si tocca. Trabocca dalle anime delle persone e permea la terra, l’acqua, l’aria. La natura partecipa a questo miracolo. I pendii montuosi di Mylopotamos, i cipressi di Paleochora e persino l’aria salmastra portata dal vento meltemi da Kapsali, profumano di primavera e di un nuovo inizio.

San Demetrio Citera
La rara bellezza della chiesa bizantina di Agios Dimitrios del XIII secolo, immersa nel magnifico paesaggio primaverile di Citera, sembra una visione da sogno.

La domenica mattina l’isola si sveglia tardi e la luce del sole avvolge le colline come un velo di seta. I cortili si riempiono del profumo dell’agnello appena arrostito, delle erbe aromatiche e del vino, mentre le risate dei bambini si mescolano alle note delle lire tradizionali. La Resurrezione continua, non più come rito, ma come vita. Come gioia, come condivisione, come benedizione.
A Citera la Resurrezione è una promessa. Che dalla schiuma del dolore possa emergere la speranza. Quella celeste Afrodite non ha mai lasciato l’isola: rimane presente, in ogni sguardo pieno di gentilezza, in ogni mano che si protende per offrire, in ogni cuore che rinasce.

La resurrezione a Citera significa ricordare che la luce è più forte dell’oscurità. Perché finché c’è fede nel cuore e fiamma nell’anima, nessuna strada è senza uscita. Ogni persona, non importa quanto oscuro sia il suo cammino, può ritrovare la luce. Sollevare la testa, rinascere dalle proprie ceneri, ricominciare con coraggio e speranza. La Resurrezione, a Citera come dentro di noi, non è solo un miracolo accaduto una volta sola: è una promessa che possiamo diventare migliori, lasciarci alle spalle il vecchio e abbracciare il nuovo, con fede, amore e forza d’animo.

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