In un’epoca in cui la natura di massa delle vacanze inizia a stancarci, Citera emerge come un luogo tranquillo, quasi mitico, che offre una versione autentica e pacifica delle vacanze estive. Ritmi sobri e gentili, un’architettura che riporta indietro nel tempo, acque cristalline e un profumo di libertà che permea l’aria: Citera sembra una piccola rivoluzione interiore contro il rumore del turismo.
Come si arriva a Citera?
Il viaggio verso l’isola non è il più breve, ma il viaggio stesso diventa parte dell’esperienza. Dal porto del Pireo, le navi attraversano le Cicladi occidentali e, dopo un viaggio di circa sei ore, giungono a Diakofti, il porto principale dell’isola. Più brevi sono invece le rotte costiere in traghetto da Neapoli, Laconia o Gytheio, che portano i viaggiatori sull’isola rispettivamente in una o due ore, attraversando le acque calme del Mar del Peloponneso meridionale. Chi vuole arrivare velocemente può optare per l’aereo: da Atene il volo dura solo 40 minuti, ma l’isola assume un aspetto diverso se si arriva via mare.
Le spiagge che sussurrano l’estate
L’estate a Citera ha un colore diverso. Dove il sole dora il mare turchese e il rumore delle onde invita a meditazioni silenziose. La spiaggia di Chalkos, una delle più famose spiagge di Citera, sorprende per le sue acque cristalline e la tranquillità che emana, nonostante sia molto frequentata. Un po’ più impegnativa è Kaladi, alla quale bisogna arrivare attraverso un piccolo sentiero, ma una volta arrivati vi offre tre piccole baie, quasi nascoste. Se cercate un paesaggio più audace, Fyri Ammos con la sua sabbia rossa e le sue imponenti pietre vi farà sentire come se foste in un altro mondo. Kapsali, con lo sguardo rivolto al castello di Chora, è un paese pieno di vita e che allo stesso tempo conserva il suo calore familiare. E se cercate un tocco pittoresco, Avlemonas, con le sue piscine naturali e i colori dell’isola, vi conquisterà prima ancora di bagnarvi i piedi.
Sulle vie della storia e della cultura
L’isola di Citera custodisce secoli di storia nel suo cuore. A Chora, la passeggiata porta necessariamente al castello veneziano, che si erge fiero sul bordo della scogliera e domina il Mar Egeo con un senso di perenne sorveglianza. Da lì la vista è mozzafiato. Non lontano, nascosto tra le rocce e la vegetazione, il monastero di Myrtidion vi invita a un tour più esoterico, mentre la grotta di Agia Sophia incanta con le sue stalattiti e l’atmosfera mistica. E naturalmente, a Mylopotamos, le cascate di Neraida offrono un’immagine quasi fiabesca, con vecchi mulini e stagni che ricordano le immagini uscite dalla fantasia di un bambino.
Villaggi tradizionali e momenti perduti
Mentre viaggi sull’isola, inizi a capire che qui il tempo funziona in modo diverso. La città, con le sue case bianche e i vicoli stretti, ti fa vagare senza un piano. Mylopotamos, piena di verde e di vecchie strade acciottolate, ti ferma di colpo, come se ti dicesse di sederti, guardare, sentire. Avlemonas, la perla sul mare, sembra una cartolina che prende vita, mentre Aroniadika e Pitsinades svelano ai visitatori la semplice bellezza della vita di Citera, con archi in pietra, cortili con reali e anziani nei caffè che raccontano le stesse storie più e più volte, come una preghiera. I tradizionali villaggi di Citera conservano intatta la loro autenticità e bellezza, offrendo al visitatore momenti indimenticabili.
Il sapore dell’isola
Il cuore dell’ospitalità di Citera è il cibo. Qui non c’è nulla di pretenzioso. Come per abitudine, le pitarakia, piccole torte salate con formaggio mizithra ed erbe aromatiche, vengono preparate e offerte dal padrone di casa con un sorriso. La xerotigana, un dolce a base di miele e noci, accompagna le feste e le sagre estive. Il miele locale, aromatizzato con il timo che cresce ovunque, è forse il prodotto più caratteristico dell’isola. E quando la giornata finisce, un bicchiere di vino o di tsikoudia in riva al mare conclude le ore di sole nel modo più dolce.
L’ospitalità del silenzio
L’alloggio a Citera è parte integrante dell’intera esperienza: è come tornare a un’epoca in cui il risveglio mattutino era accompagnato dal cinguettio degli uccelli e la luce entrava dalle persiane di legno. Dalle piccole pensioni e camere in case tradizionali, ai più lussuosi boutique hotel e ville, l’isola non cerca di stupire con un lusso ostentato, ma di accogliere il viaggiatore con semplicità e rispetto per la natura e l’estetica locale. Di notte, quando le strade sono tranquille e la lucedelle stelle cade sulle case imbiancate, ti rendi conto di aver trovato qualcosa di raro.
Le opzioni variano a seconda di ciò che il visitatore cerca. A Chora e in villaggi come Avlemonas o Aroniadika, ci sono case in pietra trasformate in eleganti pensioni, che offrono la sensazione di vivere immersi nella storia del luogo. Nelle zone più costiere troverete camere semplici e piccole unità familiari, che vi accoglieranno con lo stesso miele locale e una tazza di caffè nel cortile. Alcune si trovano tra gli uliveti o vicino a piccole baie, garantendo un isolamento totale. Ovunque tu vada, l’ospitalità è discreta, calorosa e ti fa sentire come se fossi sempre stato lì.

Il sapore del giorno, dalla mattina alla sera
La gastronomia di Citera non segue la moda, ma la stagione e il territorio. Le taverne locali, disseminate in piccoli cortili e vecchi edifici, portano in tavola verdure fresche, formaggi locali, erbe selvatiche e piatti cucinati come li avrebbe preparati la nonna a casa. La mattina può iniziare con un forte caffè greco, un po’ di marmellata fatta in casa e del pane che profuma di forno. A mezzogiorno, dalle cucine, giungono nei cortili gli odori dello stufato o del pesce sott’olio, mentre la sera lo scenario cambia: la luce si fa più soffusa, il mare in lontananza più calmo e i piatti si riempiono di pesce fresco, calamari fritti e contorni che ricordano le canzoni tradizionali. Sempre con un bicchiere di vino o, meglio ancora, un raki dolce fatto con uve locali.
Cosa fare e cosa lasciare che accadaCitera non è un’isola con destinazioni dirette. È un’isola di percorsi semplici e di lente rivelazioni. Camminare lungo vecchi sentieri, sotto archi di pietra e lungo i ruscelli non è solo esercizio fisico: è un modo per conoscere l’isola. Ci sono percorsi escursionistici organizzati, con sentieri segnalati che attraversano gole, ponti e villaggi abbandonati. Il bagno diventa quasi un rituale sulle spiagge senza ombrelloni né lettini, solo ciottoli, cespugli e un blu intenso.
Se lo desiderate, potrete ricercare momenti di scoperta attraverso visite a siti archeologici, piccoli musei o botteghe artigiane locali che custodiscono la tradizione. Se non vuoi, puoi semplicemente sederti su una roccia che domina la vastità del paesaggio e lasciare che sia il vento a raccontarti la storia.
Questo è il segreto di Citera: ti offrono tutto quello che vuoi chiedere, ma non ti chiedono mai nulla. È un’isola per chi ama il “poco” inteso come “essenziale”. E alla fine, non importa cosa hai visto, te ne vai sempre con la sensazione che qualcos’altro ti sia sfuggito, come un amore che resta a metà per riportarti indietro di nuovo.
Dove i venti sussurrano storie
A Citera il tempo non scorre, semplicemente si distende. Come la luce della sera che lentamente attenua le ombre, come l’onda che raggiunge e lascia la riva senza fretta. L’isola non ti viene rivelata fin dal primo momento. Invita a rallentare, ad ascoltare il canto delle cicale, a sentire il profumo del timo che ostinatamente fiorisce nelle fessure delle rocce, a camminare a piedi nudi tra i vicoli e a lasciare che lo sguardo vaghi verso l’orizzonte. È un luogo che non si può descrivere a parole, ma con le sensazioni: con un respiro all’alba, con il sale sulle labbra dopo un tuffo, con il silenzio che accompagna le serate accanto a una lampada a olio.
Citera non è solo una destinazione. È quell’angolo dell’anima che cerca la pace, il contatto con l’essenziale. È il bisogno di perdersi per un po’ per riscoprire ciò che abbiamo dimenticato. Non ti urlano contro, ti guardano in silenzio, aspettandoti. E quando te ne vai, non ti salutano. Rimangono semplicemente indietro, come un ricordo. O meglio ancora, come una promessa.
Perché chiunque tocchi l’estate a Citera non si accontenterà mai più di nulla di meno della semplicità della bellezza.