La mostra del filo fragile è la seconda parte di un progetto iniziato con la nostra conoscenza dei tessuti tradizionali di Citera.
La prima mostra aveva lo scopo di mettere in luce la storia della tradizione tessile locale e mettere in luce un’eredità sbiadita e un’arte dimenticata. Emergendo da vecchie cassapanche, soffitte chiuse e bidoni della spazzatura pubblici dove sono stati rinvenuti tessuti fatti a mano e parti di strumenti danneggiati, la mostra precedente presentava una collezione di vari tessuti locali, creazioni anonime frutto della dedizione al lavoro e all’artigianato delle donne di Citera.
La nuova mostra si basa sul nostro tentativo di riconsiderare il rapporto tra passato e presente, nuovo e vecchio, tradizionale e contemporaneo, presentando le opere di cinque artisti la cui vita e pratica sono legate all’isola. Le opere selezionate per la mostra attuale traggono ispirazione dal mondo della tessitura e della tessitura e ci tengono collegati al filo sottile del nostro patrimonio culturale.
La connessione tra le due parti dell’opera, passato e presente, è l’evoluzione del telaio, una scultura, che inizia con una linea tessuta di lana permanente fatta a mano e tinta tradizionalmente e continua a dispiegarsi durante tutta la mostra con la tessitura collettiva da parte del visitatori e coloro che se ne occupano.
La mostra è stata curata da Valery Bolotin, Maria Schina e Masha Usman.
Gli artisti coinvolti:
PAT KAUFMAN / SUSAN MOXLEY / MAPIA SCHINA / MASHA ZUSMAN / DIMITRIS HATZANTONAKIS
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